Samhain: lasciare andare per accogliere un nuovo ciclo

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©Rubrica a cura di Tiziana Etna

OLISTICAMENTE – Per gli antichi Celti, l’anno finiva  il 31 ottobre ed era scandito da otto festività: quattro festival maggiori e quattro festival minori, che altri non sono che solstizi ed equinozi. Per chi volesse approfondire è curioso vedere come date ed elementi simbolici siano stati acquisiti dalla Chiesa, ma originariamente si festeggiava in base alle stagioni e al frutto offerto dalla terra.

Samhain è il momento giusto per riprendere la tradizione dei nostri avi, ringraziare e lasciare andare e poi seminare di nuovo, un mondo nuovo.

Per principio di sinergia, se ognuno si preoccupasse di coltivare il proprio seme, avremmo un campo sano e rigoglioso.

Non occorre praticare magia o avere un credo pagano per dare i ritmi della natura alla nostra vita. Se si ha una concezione olistica dell’esistenza, si è più o meno consapevoli di come tutto sia collegato e si corrisponda.

È il momento dell’ultimo raccolto, ma anche dell’ultima possibilità di risolvere o dissolvere nodi e sovrastrutture sulla base delle esperienze di vita e degli obiettivi dell’anno appena trascorso.

È un buon momento per guardare dentro se stessi e in un certo senso morire, per lasciare andare quel che è stato. È un buon momento per ricordare gli antenati, poichè lasciare andare non significa rinnegare le proprie origini o il passato. In questo momento dell’anno il velo che separa le dimensioni si assottiglia e percepire o comunicare con i nostri cari defunti diventa possibile.

I quattro festival maggiori che iniziano con Samhain sono i quattro Sabba e parlano del rapporto tra il dio Sole e la madre Terra, mentre i cicli della dea Luna si chiamano Esbat e vengono celebrati ogni mese durante il novilunio.
Prima di Halloween e della Festa di Ognissanti, c’era  Samhain.

Dalla sera del 31 ottobre, alla sera del 1° novembre si celebraquesta festa, il capodanno celtico ed il terzo ed ultimo raccolto, prima che i semi comincino a schiudersi andando alla ricerca della luce (che si celebrerà poi il 21 dicembre a Yule). In termini di concetto la Ruota dell’Anno si perde nella notte dei tempi, tuttavia, a formalizzarla fu un tale Ross Nichols nel secolo scorso.

Possiamo quindi, considerare il periodo che va da Samhain al solstizio d’inverno come il periodo di passaggio da un anno propriamente inteso come il ciclo delle quattro stagioni e l’inizio di un altro, saranno 45 giorni  ottimali per meditare sulla morte e sulla trasformazione del logoro.
Mentre i primi tre giorni che costituiscono Samhain sono fantastici per festeggiare il raccolto degli ultimi frutti e per commemorare i defunti.

La magia si è spesso avvicinata alla scienza: si pensi a tutte le pratiche curative ritenute opere di stregoneria. Dal canto suo la scienza ha colto l’opportunità di snobbare la religione quando è arrivata l’industrializzazione.

Oggi le cose sono cambiate, la fede non pregiudica più la ricerca di prove empiriche, tuttavia la stregoneria e la magia vengono ancora associate a pratiche controverse.

Colpa del cinema, in questo caso, che ci ha parlato di Sabba e di Esbath solo nei film dell’orrore e di streghe e stregoni come individui dalle basse intenzioni, che come tutti gli esseri umani possono essere buoni e cattivi.

Gli Wiccan rivendicano la definizione di strega e stregone come la descrizione di una persona saggia, allineata con la natura ed il cosmo, attenta ai segnali e ai ritmi naturali, capace di comunicare con più dimensioni e di mantenere vivo il ricordo degli antenati.

In pratica, ciò che in altri luoghi e in altre tradizioni viene definito sciamano/a.

In un tempo lontano, quando divinità norrene, greche o romane partecipavano alla vita delle persone  offrendo loro fertilità, abbondanza, salute: fede, scienza e magia non avevano contorni delineati.
E quelle che oggi definiamo pratiche magiche erano preghiere, ringraziamenti, rituali propiziatori. Nello stesso modo si può sperimentare la legge di attrazione e la profonda connessione con l’universo.

Manifestare gratitudine amplifica la nostra frequenza vibratoria che, con intenzioni chiare e fiducia, ci torna potenziata e si riorganizza per la nostra realizzazione.

Per me questa è magia!

Il calendario delle feste celtiche

Le feste celtiche. Foto di nichols da wikipedia.

Immaginiamo lo scorrere del tempo e quindi delle stagioni, come una ruota che gira in moto perpetuo e si riflette nella nostra vita attraverso nascita, crescita, declino e morte. Non solo della nostra persona, ma anche di ogni singolo progetto, relazione e/o missione. Non ci sono stacchi netti, ecco perchè ne parliamo adesso, affinchè il momento di transizione faciliti un inserimento al sistema e porti idee chiare per Yule e perchè non si perda l’occasione di ricordare e ringraziare chi ci ha lasciato il mondo in eredità.

Yule (19-23 dicembre): è momento in cui si passa dalle tenebre alla luce. È la rinascita simbolica del dio Sole. Dopo il solstizio d’inverno le giornate si allungano risvegliando  lentamente la natura.
Ad Imbolc (1-2  febbraio)  noto anche come  Candelora, si comincia ad intravedere la primavera e il risveglio della vita.
Ostara (20-22 marzo) la natura rinasce completamente. Simbolicamente il dio è diventato un giovane uomo energico e selvaggio. È il momento in cui anche i nostri progetti di vita hanno il potenziale di raggiungere l’apice. La piena fioritura la vedremo a Beltane, o Calendimaggio (30 aprile-1 maggio), a Litha (21-22 giugno) si raccolgono le erbe e la rugiada e a Lammas 1/2 agosto- si raccoglie il grano. Il raccolto è iniziato, anche in senso metaforico. A Mabon (21-22 settembre)  il raccolto dei frutti e la vendemmia, ovvero la trasformazione, ci avvia verso Samahin (31 ottobre-1 novembre) che offre un ultimo raccolto e l’occasione di riflette su ciò che è stato per andare avanti ed evolvere.

Come celebrare Samhain

Ho iniziato a celebrare le stagioni ogni tanto, fin quando non ho sentito risuonare dentro di me il ritmo ed è sorto il  bisogno di ritrovare un equilibrio perduto. Non ho mai fatto niente d’impegnativo: una candela, un cibo stagionale, un bagno aromatizzato, una passeggiata nel bosco o sul mare, ma centrata sul momento in armonia con la stagione.

L’ho fatto per qualche ciclo prima che un’amica mi chiedesse di festeggiare insieme; ora è qualche anno che condivido questi momenti con le amiche del cuore e che mi confronto con loro.

Meditare camminando nella natura è un bellissimo modo per festeggiare, come mangiare castagne, noci, melograni, fruttini di marzapane, o anche bere del buon vino rosso o meglio ancora un vin brulè o un tè speziato in compagnia. I colori sono il nero, l’arancio, l’amaranto, il verde scuro: i colori del bosco, così come i profumi.

Anche se ci prepara al buio e al freddo, Samhain è una festa che esprime gratitudine. Viviamola come tale, scenderemo in noi stessi nei giorni a seguire, magari creando una tavola delle visioni o stillando una lista di propositi che lanceremo a Yule.

Conserviamo l’antica usanza di lasciare del cibo ai nostri defunti nella notte tra l’1 e il 2 novembre, insieme ad un altro importante nutrimento per loro: la preghiera.

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